Per tutti è semplicemente "La Rotondina" ed alcuni ignorano persino che la chiesa è dedicata alla Beata Vergine dell' Annunciata, da cui prende il nome, sebbene misconosciuto ai più. "Rotondina" o "Annunciata" che dir si voglia essa rappresenta uno dei simboli di Nerviano, un segno architettonico della storia della nostra città.
Ed è una storia antica, addirittura della fine del XVII secolo, quando gli abitanti del borgo vollero costruire una dimora sacra per proteggere e conservare l'immagine della Beata Vergine. Don Ambrogio Taegia, prevosto nella pieve di Nerviano nel 1677, si fece carico di promuovere questo sentimento popolare chiedendo nel 1681 alla Curia arcivescovile di Milano la licenza per fabbricare una cappella campestre a protezione della devota immagine della Madonna Annunciata. I lavori per la cappella iniziarono nel 1684. In quegli anni un lascito testamentario di Gaspare Cogliati pose le basi per la conseguente costruzione della chiesa. Tra il 1693 e il 1696 viene completata l'intera struttura muraria della chiesetta, tanto che il 24 aprile del 1696 viene fatta la solenne benedizione della chiesa, sebbene i lavori di finizione proseguirono ancora a lungo. Infatti per tutto il secolo successivo si susseguirono interventi sia aggiuntivi che modificativi, in particolare ai dipinti e agli affreschi.
Il XIX secolo vide "La Rotondina" rimanere pressochè invariata da un punto di vista degli interventi; ciò è comprensibile se si tiene conto degli eventi storici che caratterizzano l' 800 e se si pensa all'impegno dedicato dalla chiesa e dalla comunità di Nerviano all'erezione della nuova "chiesa prepositurale tra il 1834 e il 1841. A cavallo dei due secoli poi la chiesetta vede mutare sensibilmente il contesto urbanistico circostante: sempre meno campestre e sempre più urbanizzato, tanto che, dopo la prima guerra mondiale, "La Rotondina" è ormai parte integrante del centro edificato. Negli anni '30 vengono realizzati lavori sul tetto ma molti sono i lavori da effettuare tanto che il cardinale Ildefonso Schuster nel 1936 consiglia l'effettuazione di un restauro alle pareti esterne.
La seconda guerra mondiale, la ricostruzione e il cosiddetto boom degli anni sessanta fanno si che la nostra rimanga sostanzialmente immodificata, con un lento ma costante peggioramento complessivo. Nel 1971 don Ugo Mocchetti rivolge un appello alla popolazione che viene immediatamente accolto dal nascente "Comitato per la Rotondina" che nel 1972 stila un programma dei lavori, iniziando nel contempo una raccolta fondi che ottiene ottimi risultati, a dimostrazione dell' attaccamento popolare alla chiesa. Già nello stesso anno venne rifatta la copertura, con la sostituzione della vecchia orditura lignea e la formazione di un nuovo manto di tegole. Nel corso del 1973 si è provveduto a rifare il portale di ingresso in cemento sosti- tuendolo con mattoni a vista e con un portone in noce. Nel 1974 è stato installato un nuovo altare rivolto verso i fedeli. Nel 1976 ha fatto la comparsa un nuovo affresco raffigurante l'Annunciazione sulla facciata dell' oratorio, ad opera del pittore Bogani.
Difficile stabilire legami e riferimenti con altre opere architettoniche, ma non è da escludere che il Quadrio (l'architetto che la progettò) si sia rifatto alla milanese rotonda di S.Sebastiano o a quello dell'oratorio dell'Immacolata del Sacro Monte di Varese. La pianta circolare risponde alla funzione di luogo di incontro e convergenza, ubicata al bivio delle due strade per Parabiago. Il richiamo devozionale della cappella è peraltro desumibile dai tre ingressi: quello verso Nerviano e i due laterali posti a novanta gradi dal primo (poi soppressi in epoca più tarda per ragioni di culto). Sebbene oggi abbia perso definitivamente la funzione di cappella campestre, è riuscita a mantenere il ruolo di punto focale nonostante il suo inserimento in un contesto fortemente urbanizzato, sia per chi si dirige verso il centro sia per chi esce da Nerviano.
L'AFFRESCO DELL'ANNUNCIATA
L'affresco dell' Annunciata, immurato nell' absidiola, risale con buone probabilità ad oltre un secolo e mezzo prima dell' edificazione dell' oratorio. La sua conservazione è dovuta proprio alla volontà della gente di costruirle attorno una cappelìa. Nonostante gli anni l'immagine è quella di una complessiva freschezza dei colori dei paesaggi, del viso e delle mani. Ad un esame più approfondito è possibile notare in controluce i solchi a punta di chiodo che hanno disegnato sull'intonaco l'originaria composizione. In alcuni punti sono evidenti i ritocchi effettuati nel corso dei secoli, non tutti felici. Difficile stabilire con certezza l'assetto originario dell' affresco; in particolare resta dubbio se l'angelo annunziante sulla sinistra della Madonna sia postumo, come farebbero supporre due documenti storici che menzionano come esistente solo la figura dell' Annunciata. Sconosciuto l'autore che comunque deve probabilmente essere cercato tra i prosecutori dell' opera di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone.
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