La Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano

Descrizione

Chiesa

Dove

Indirizzo: Piazza Santo Stefano, 10, 20014 Nerviano MI

Modalità di Accesso

INDICAZIONI STRADALI

Descrizione

La vecchia chiesa plebana
L'aspirazione ad avere una chiesa prepositurale, in sostituzione di quella antica ritenuta non più adatta ai tempi ed insufficiente all'uso proprio, o in alternativa, la necessità di un adeguamento, ampliamento e ristrutturazione di quest'ultima, non era certo una cosa nuova per la comunità di Nerviano.
Infatti sin dalla fine del XVI secolo lo stesso S. Carlo, sollecitava l'ampliamento dell'antica chiesa plebana con l'aggiunta di alcune campate, perché giudicata insufficiente, angusta e vetusta.
Si arrivò così, dopo il regime napoleonico, ai primi decenni del secolo scorso, quando un certo Ing. Rossi delinea "gratuitamente" il progetto di una nuova chiesa in sostituzione dell'antica con relativa perizia di spesa.
Tale progetto venne steso definitivamente quasi un anno prima la circostanza del "guasto" alle volte dell'antica chiesa che rese improcrastinabile la costruzione di una nuova chiesa.
La mattina dell'otto aprile 1834, infatti, si scoprì che la volta di mezzo della chiesa presentava lesioni assai preoccupanti. L'Ing. Buzzi incaricato dalla delegazione provinciale, stilava in pochi giorni una dettagliata relazione in cui emergevano tutte le preoccupazioni circa le lesioni riscontrate. Pertanto si consigliava di tenere chiusa la chiesa a fini precauzionali, e si mettevano in rilievo le difficoltà in ordine ad interventi di sistemazione della stessa.
La delegazione provinciale, avuti i rapporti dai tecnici, con ordinanza del 16 aprile confermava la chiusura della chiesa. Si affidava, così, una perizia all'arch. Pestagalli al fine di valutare le modalità per intervenire in ordine alla sistemazione della chiesa. Il 29 aprile l'architetto incaricato rassegnava la sua perizia tecnica con un motivato parere conclusionale che indicava la necessaria demolizione dell'antica chiesa.

La costruzione della nuova chiesa
Nel mese di luglio 1834 venne riunita un'adunanza straordinaria del Convocato Generale del Comune di Nerviano per deliberare sul progetto di massima di costruire la nuova chiesa e disporre i mezzi sussidiari per far fronte alla spesa relativa. Con duplice votazione si arrivò così alla decisione di intraprendere il percorso per la costruzione della nuova chiesa compresa l'individuazione delle risorse necessarie.
Nei mesi successivi alla decisione si aprì una consistente polemica tra il partito di coloro che volevano con celerità addivenire all'inizio dei lavori di costruzione che faceva capo al Prevosto Torti e coloro che, soprattutto i grandi estimati, sentendosi un po' esclusi dalla scelta, fecero di tutto per rallentare l'avvio dei lavori.
Nell'agosto dello stesso anno venne infatti formalizzato un esposto alla Delegazione Provinciale, la quale esaminando le argomentazioni poste e le controdeduzioni del prevosto Torti stabilì che venissero di nuovo riuniti i Convocati dei due comuni di Nerviano e Garbatola onde deliberare un nuovo progetto meno costoso. Nella primavera inoltrata del 1835 si arrivò all'approvazione definitiva del progetto della nuova chiesa realizzato dall'Arch. Ratti. Nell'ottobre dell'anno successivo si arrivò all'appalto dei lavori, che poterono così cominciare nella primavera del 1837.
Si decise di lasciare il vecchio oratorio al servizio del popolo e prima della costruzione della nuova chiesa si avviarono i lavori del nuovo oratorio riadattando i resti della vecchia chiesa. Qualche mese dopo cominciarono anche i lavori della nuova chiesa.
Incominciati alacremente i lavori, nell'eseguire i primi scavi vengono rinvenuti dei sepolcri. È evidente che tutto ciò rallenta i lavori, anzi si arriva a breve ad una necessaria interruzione degli stessi. I lavori ripresero ben presto e si arrivò alla deposizione della prima pietra da parte del Prevosto Torti nell'ottobre del 1837. Nell'estate del 1841 venne eseguito il definitivo collaudo e di fatto consegnata al Prevosto Montoli la nuova chiesa. Nel settembre dello stesso anno si procedeva alla Benedizione.
Venne posta una lapide a ricordo della costruzione della chiesa che sintetizza in modo semplice ed essenziale sia i motivi che portarono all'erezione del tempio sia i sacrifici di tutti i nervianesi.
Un'altra lapide, poi, ricorda la solenne consacrazione della chiesa avvenuta per opera del Card. Ferrari nel luglio 1899. Una comunità essenzialmente agricola e povera di sole 2800 anime riusciva nell'impresa più ardimentosa: l'erezione di un tempio grandioso che dominava l'intero borgo, non per niente ancora oggi nel dialetto locale la chiesa di S. Stefano è chiamata "la gesa granda".

Elementi architettonici interessanti
Di sicuro interesse tra le "presenze" all'interno della chiesa, oltre all'organo Simoni-Carrera, di cui si è già ampiamente approfondito il valore storico e musicale del manufatto in un precedente numero del giornalino comunale (cfr. n. 2 anno 5° aprile 2001), vi sono numerose opere ma è il caso di soffermarsi solo su quelle più importanti:

  • Cappelle laterali:
    Di un certo pregio sono i due stendardi conservati presso la 1^ cappella di sinistra, già del battistero, uno raffigurante la vergine e l'altro il Cristo mentre consegna le chiavi a Pietro. Sono stendardi finemente decorati con fili d'oro risalenti alla fine del 1800. Non possiamo dimenticare la raffigurazione di S. Giovanni decollato opera dei fratelli legnanesi Lampugnani e datata 1623. Opera donata alla chiesa dalla famiglia Crivelli come si evince dalla descrizione araldica sovrastante la cornice lignea. Di un certo rilievo sono, poi, gli ovali (tele a olio) presenti nella seconda cappella di destra che rappresentano l'agonia di S. Giuseppe e la Sacra Famiglia, eseguite da Stefano Maria Legnani detto il Legnanino eseguite probabilmente negli ultimi anni di attività dell'artista. Nella cappella trova posto anche una statua lignea raffigurante l'arcivescovo S. Carlo opera di ignoto autore e rientrante tra le numerose varianti di sculture nate dal primo seicento. Va aggiunto che in questa cappella trova sistemazione anche il fonte battesimale a partire dal suo trasferimento nel 1987.
  • Il pulpito:
    Opera lignea posta sul lato sinistro della navata, terminata con i suoi decori in oro e colore seppia nel 1860. Il Manufatto è abbellito da sacre raffigurazioni legate ad episodi biblici che ben si addicono alla particolare funzione, che allora svolgeva lo stesso per la comunicazione della parola divina.
  • Presbiterio:
    Le parti laterali del presbiterio ricevono i dipinti (1925) a mezzo fresco di Luigi Mogari. A sinistra la raffigurazione della Madonna che viene comunicata per mano di S. Giovanni Apostolo, di fronte la raffigurazione del miracolo di Torino, un episodio in cui un alone luminoso fece cadere un mulo che portava la refurtiva sottratta ad una chiesa tra cui vi era una pisside con l'ostia consacrata. A ricordo di tale miracolo venne eretta a Torino la chiesa del Corpus Domini.
  • L'altare maggiore:
    I lavori di risistemazione del 1969 intrapresi per la formazione del nuovo altare rivolto ai fedeli finirono per interessare, tra l'altro, anche la mensa ed il tabernacolo dell'originario Altare Maggiore. L'altare presenta nell'insieme della parte basamentale fiancheggiata allo stesso livello da due piedistalli, un assetto abbastanza consueto, salvo l'elevato ciborio racchiuso frontalmente da due pilastri compositi coronati da architrave e timpano con semicalotta sorretta da quattro colonnine.
  • Coro:
    Sopra gli stalli in noce disegnati dal valente falegname Giuseppe Casero di Canegrate nel 1843, altra opera di pregiato artigianato lombardo, sulla parete troviamo dipinte in monocromato con finte statue in altrettante simulate nicchie le quattro virtù cardinali eseguite dal pittore Garavaglia. In alto nel semicatino absidale si trova l'unica raffigurazione dedicata al protomartire della chiesa a cui è dedicato l'edificio di S. Stefano.

 

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Ultimo aggiornamento

Gio 28 Marzo, 2024 3:07 pm

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